lunedì 7 febbraio 2011

"Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini", Marlene Kuntz

I Marlene Kuntz tornano sulla scena musicale italiana con un nuovo album, l'ottavo in studio: "Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini".
La formazione è la stessa dell'ultimo lavoro: Godano alla voce, Tesio con la chitarra, Arneodo il tuttofare, Saporiti al basso e Bergia come sempre alla batteria. Si aggiunge però un altro componente, che va a modificare il sound generale dei Marlene Kuntz: Howie B. Sotto le spoglie di produttore (nel progetto Beautiful era parte integrante della band), impone la propria idea di musica aggiungendo qualcosa di nuovo ai soliti Marlene. In tutte le canzoni (in alcune solo un orecchio espert può rendersene conto) si sente un'impronta sonora diversa, non la solita che eravamo abituati a sentire dal gruppo piemontese.
L'album contiene canzoni che, per la felicità dei fan di vecchia data, riportano il sound della band a quello degli album rilasciati all'inizio del decennio. Dopo lo sconforto generale portato dagli ultimi lavori, la formazione capitanata da Godano ritorna allo stato puro della loro musica, meno commerciale e più "Kuntz".
Basta anche solo ascoltare Ricovero Virtuale, la prima canzone della tracklist, che fa subito riconoscere i cari e vecchi Marlene: l'acido contrasto tra tutti gli strumenti e quel testo, da una parte privo di significato, dall'altro più poetico dei testi di Jim Morrison (ok, forse il paragone è un po' esagerato). Tutto questo genera una potenza tale da declassare a semplici alimenti alcolici e stupefacenti.
Poi ci sono quei momenti di pausa, come Oasi, in cui non si viene scossi da amplificatori sull'orlo del suicidio, ma bensì da una calma che culla le orecchie e le porta in un'oasi, appunto, al riparo dal mondo caotico e superficiale che c'è all'esterno.
Un album quindi degno di aver scritto sulla copertina il nome della band che dopo numerose critiche torna alle origini, a lasciar pascolare la propria creatività in vastissime praterie musicali.
Purtroppo Marlene Kuntz significa anche disgusto. I loro lavori infatti sono talmente sperimentali che spesso piacciono a pochi: oltre un certo limite infatti si rischia di perdere il controllo di quello che si produce. In alcuni singoli può succedere di sentire qualcosa di sgradevole, un intruso che rompe lo stato di ebbrezza raggiunto.
Però, si sa, niente è perfetto.

Voto: 8.5/10